Quando seppe che gli era stato assegnato il premio Nobel per la letteratura, Patrick Modiano disse di essere sorpreso, senza apparente falsa modestia. Non se lo aspettava e non credeva di essere in lista. Eppure il buongiorno si vede dal mattino, se- ancora relativamente giovane- si era già aggiudicato il Gran Prix de l’Académie Francaise  (con I viali della Circonvallazione, 1972) e il Premio Goncourt nel 1978 ( con Via delle Botteghe Oscure). Come recita la motivazione del Nobel, ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato la vita reale durante l’Occupazione.

In Via delle Botteghe Oscure  Modiano va oltre: ci rende partecipi della ricostruzione della memoria e, in parte, della vita di uno che probabilmente si chiama Pedro McAvoy Stern. Ma questo alla fine e non è sicuro fino in fondo.

Il protagonista è un uomo senza memoria, ex investigatore privato, che senza più lavoro, dopo otto anni di attività, perché il titolare dell’agenzia chiude i battenti e si ritira in pensione sulla Costa Azzurra, comincia a scavare nel proprio passato per cercare di mettere assieme i pezzi mancanti della sua vita.

In questa ricerca casuale ( e un po’ fortunata e piena di (forse) troppe coincidenze favorevoli e personaggi ben disposti- unico neo del romanzo) Modiano e il suo mite eroe mettono assieme decine e decine di indizi: indirizzi, numeri telefonici, nomi di possibili informatori, schede personali, fotografie, volti, ricordi altrui, confessioni, ambienti. Dietro si intravede la guerra, l’occupazione tedesca, la fuga verso la libertà: ma si intravede. Modiano non ne parla mai direttamente: tutto è  riflesso dai testimoni della  vita di Pedro, che dicono e non dicono, sanno molto e raccontano poco, almeno ai fini della ricostruzione di un quadro completo. Non c’è nessun passaggio nel romanzo in cui la ricostruzione identitaria di McAvoy Stern sia tratteggiata in modo riassuntivo e tutto è negli indizi. Ma noi, alla fine della lettura, potremmo scrivere la biografia completa del personaggio, tante sono le informazioni che con lui, passo passo, abbiamo raccolto, in questa Parigi descritta metro dopo metro, con una precisione topografica da geometra comunale.

Grande romanzo e pieno coinvolgimento del lettore che sta sulla pagina in attesa di un nuovo indizio, che sia utile a continuare la ricerca. Che – a rigor di logica-  non è ancora finita, perché Pedro McAvoy Stern ha in tasca un indirizzo, che sa suo: via delle Botteghe Oscure 2, Roma. Come tutti sanno, dal 1946 sede del PCI.

Da non perdere, assieme ai molti altri dello stesso autore.