La Roma che Garcia manda in campo nel primo tempo è, cambiato qualche uomo, la stessa di martedì con l’Udinese, sia per la mollezza e l’imprecisione di alcuni giocatori, sia per inconsistenza tattica. L’area della Lazio, come sempre nella logica 4-3-3 del tecnico francese, è desolatamente vuota di maglie giallorosse e la possibilità di incidere prossima allo zero assoluto. Maicon non azzarda un contrasto, Naingolan perde un pallone dietro l’altro a centrocampo ( e su un suo ennesimo errore riparte la Lazio e segna l’1 a zero), Pjanic molle e indeciso è schiacciato da un Totti troppo arretrato, che occupa gli spazi degli altri, Florenzi fa quel che può ma la sua spalla non può essere Iturbe. La Lazio si gioca il fegato per ammazzare la partita e quasi ci riesce, grazie a un Anderson veramente decisivo.

Anche un sanfedista come Garcia capisce che qualcosa non va: dentro Strootman e Ljajic per Naingolan e Florenzi, Totti dentro l’area a fare il centravanti vero. E arriva il pareggio, grazie anche allo sfaldamento fisico della Lazio, che non poteva tenere per 90 minuti il ritmo folle del primo tempo. Due belle azioni e due capolavori di Totti, che salva la partita ma apre un terribile problema.

Perché il Capitano può giocare da vero centravanti una partita su cinque: le altre quattro chi le gioca? Destro?