Il pareggio di Verona ci dice che, al di là delle roboanti sciocchezze sulla squadra rinforzata, la Roma è esattamente dov’era cinque mesi fa. Dzeko e Salah non possono cambiare il volto di una squadra che è debole nel suo punto principale: l’allenatore. Il quale non so quanta voce in capitolo abbia nelle folli campagne acquisti di Sabatini, che ora sta cercando di dar via uno come Iturbe, che ha pagato 30 milioni. Uno che manda via Holebas, senza aver prima un sostituto (PSG insegna); uno che ha comprato 10 attaccanti e venduto altrettanti difensori. Perché se ne ha, allora il caso è grave, anzi gravissimo.

Ma i limiti di Garcia non sono solo di presenza in ambito societario. I limiti sono tecnici. Abbiamo ottenuto di mettere finalmente (!) in  panchina Totti, che avrebbe dovuto avere l’intelligenza di capire che giunge un momento in cui è necessario e nobile farsi da parte (ma si vede che non ce la fa, poveretto), e  abbiamo comprato due attaccanti con caratteristiche completamente diverse da quelli che avevamo. Cosa fa il Mister? Ci ripropone – senza vergogna- il solito gioco, da cui, nel migliore dei casi e con le mezze tacche del campionato, possiamo uscire con un pareggio.

Valencia e Siviglia erano due bufale estive, soprattutto la seconda: quando hanno deciso di far giocare la prima squadra, infatti, abbiamo perso 4 a 2.

Sto ancora aspettando che Pijanic esploda e che De Rossi torni ai tempi migliori: gli anni passano e il primo sta migliorando solo  le sue prestazioni di mediatore di mercato, l’altro si sta avviando al viale del tramonto con un buon ingaggio.

Spero che sia solo la prima e contro una squadra (il Verona di Mandorlini) vergognosa: ha giocato a catenaccio per 85 minuti e solo il ridicolo schieramento difensivo della Roma (con un attaccante a terzino destro e un destro a sinistra) poteva permettere quel che ha fatto. Ci chiediamo perché gli stadi in Germania e Inghilterra sono pieni e in Italia vuoti. Ma avete visto come giocano le provinciali in quei campionati? Verona -Roma è stata una partita orrida, da seconda fascia. Quello che è oggi, a livello europeo, la Serie A.