Una versione da Octavio Paz
Autunno
Tra le fiamme, negli autunni infuocati,
si consuma a volte il mio cuore
puro e solo. Lo risveglia il vento
tocca il suo centro e lo sospende
nella luce, che per nessuno ride:
quanta bellezza persa!
Io cerco mani,
una presenza, un corpo
che demolisce i muri
e fa nascere le inebriate forme,
un tatto, un suono, un giro, quasi un’ala.
Celesti frutti della vita nuda.
In me stesso cerco
ossa, violini non suonati
oscure e delicate vertebre
labbra che sognan labbra
mani sognanti uccelli.
E un che di sconosciuto che dice ‘mai’
scende dal cielo,
da te, mio Dio e mio nemico.